martedì 23 ottobre 2012

"Ad ogni nuova stagione" (2012) di Michele Ottoveggio

"Mentre gli altri discorrevano e crocchiavano fra i denti prelibatezze, si ritrasse dalla sedia lentamente, aggirando alle spalle i commensali e portandosi fino alla finestra, incuriosito. Sorvolando con lo sguardo sui tetti, si portò affascinato e un po' spaventato fino all'acqua [...]. Assorto, non si accorse di come alle spalle lo stesse raggiungendo il figlio più grande della coppia di amici, un bambino della sua stessa età, il quale lo fece sobbalzare quando gli pose la mano sulla spalla per richiamare su di sé l'impegno dell'altro fanciullo; ed ora era lì, accanto al Marchesi, con un'espressione da gatto in difesa, fermo ad osservare sodo, anche lui, le cose là fuori. Poi, alzando un braccio, indicò al compagno le strisce di tenebra che attraversavano sfasate le acque, e disse, con un fare di esperienza e rassegnazione singolare per un ometto dei suoi anni, alcune parole che fecero una strana impressione al nostro, ma che all'epoca non capì bene; aveva l'abitudine di gettare sassi ogni tanto in quelle fenditure, per gioco, ma a differenza che nelle altre zone, essi si perdevano e non era possibile guardare, anche nell'acqua bassa, 
i tragitti discendenti delle pietruzze verso il fondale ghiaioso.
Il buio, concluse con candore, portava via le cose, e non le restituiva più."
(Michele Ottoveggio, Ad ogni nuova stagione, pag.92)
Personaggi principali
  • Giulio Marchesi : protagonista, impiegato d'ufficio presso un'azienda
  • Anna Marchesi : moglie del protagonista
  • Raffaele Lelli : collega del Marchesi
  • Guido Mori : archivista, altro collega del Marchesi
  • Malacchi : capoufficio del protagonista
Ambientazione
  • La vicenda si svolge in una città qualsiasi ed in un tempo non specificato. Comunque, i tratti urbani sono riconoscibili in alcuni ambiti della città di Bologna.

Credere che in questo libro vengano narrati eventi dai quali attendersi sorpresa e pathos è un inganno dal quale ben guardarsi. Fra le pagine che seguiranno, non ci si aspetti di trovare fatti con principio e fine ben delineati, o avventure entusiasmanti, o meglio ancora combattimenti, massime sagge ed universali, epiche bevute e crolli di imperi.
Eppure, nella sua semplicità, un mondo intero va disgregandosi, perdendo stabilità sulle deboli colonne che ne hanno sostenuto il peso durante gli anni.
Questo è un romanzo di inganni, un tentativo di recepire la presenza di una strada diversa in mezzo alle sterpaglie che una vita piatta e negativamente usuale sa imporre sulle speranze dell'uomo. Un romanzo di bugie, dicevamo, un racconto in cui la figura più innocua per antonomasia, quella dell'impiegato, si lega piano piano ad una coscienza maggiore, attraversando, nel silenzio e nello strepito muto di un grido senza suoni, il collasso della propria ragione occupazionale ed emotiva, nonché l'ipotesi di una riqualificazione più autonoma partendo esattamente dalle macerie di quel suo cosmo ristretto e già di per sé segretamente pernicioso.
L'argomento trattato nel testo verte fondamentalmente su problematiche connesse all'etica del lavoro ed alla libertà umana, lette però attraverso la lente d'ingrandimento di una narrazione con tratti di analisi filosofica, teologica e demonologica, in particolar modo dando ampio spazio al rapporto tra la quotidianità delle piccole cose ed un male di vivere i cui percorsi stentano ad essere compresi appieno, soprattutto laddove le esigenze del male, altro tratto distintivo dell'argomentazione, coinvolgono le prese di posizione dei vari personaggi proiettandole in un'orizzonte alle volte indecifrabile, alle volte troppo prevedibile.
Il protagonista, Giulio Marchesi, e coloro che lo circondano, si confronteranno con i residui di una vita vissuta all'insegna della dimenticanza di sé, del compromesso, e proprio da questo processo si svilupperà una sorta di presa di parte che verrà recepita in gradi differenti.
Durante un periodo di otto giorni, coincidente con l'ultima settimana di lavoro del personaggio principale prima del pensionamento (più un giorno culminante di reazione e sintesi), crescerà in lui una sensibilità rinnovata, abbandonata dopo la giovinezza, relativamente alla propria vita ed alle sue peculiarità che, a causa di diverse scelte, vennero accantonate e sostituite con una mediocrità impiegatizia. L'azienda presso la quale il protagonista è occupato comincerà ad essere percepita come un organismo vivo e vorace, nascosto dietro ai paraventi di una rispettabilità e tutela giuridica, di una solidità economica, costituita però da una neutralità morale che si riflette anche sul piano estetico. Marchesi intuisce un cambiamento, come se una forza esterna lo avesse voluto mettere a conoscenza di segreti mostrando il volto autentico della negatività presente fra quelle mura, estrapolandole dalla loro evanescenza e portandole ad un livello più tangibile attraverso la manifestazione di forme ed individui deformi, di influenze più o meno coatte, di rituali distruttivi come la conservazione per lungo tempo di documenti con il solo scopo apparente di perseverare nella loro distruzione.
Giulio Marchesi si avventurerà nell'esperienza di deciframento di quel mistero, il quale lo seguirà fin dentro le pieghe della sua casa mostrandogli le difficoltà sorte da anni tra lui e la moglie, la natura dell'incomunicabilità tra i due, la caduta delle loro speranze di coppia, via via fino alla consapevolezza di una vita insoddisfacente e delle cause che portarono ad essa. In quei giorni, soffermandosi a discutere con la donna e con i colleghi e confrontandosi in una sorta di riconoscimento di parità reciproca, i personaggi evidenzieranno pezzo per pezzo i propri percorsi sia privati, sia pubblici, facendo emergere alcune lacune e tentando di spezzare la barriera di consuetudine che aveva invaso anche i sogni, deviando ricordi positivi ed affossando ipotesi di estraniazione da quella pressione, spingendosi fino a mettere in rilievo il sottofondo diabolico di certe propensioni, come il controllo eccessivo sui subalterni, la scelta di sottomettersi a regole defraudanti o la volontà di creare situazioni di libertà ed autonomia precarie.
L'azienda, in effetti, non sarà altro che un apparato digerente, con il cuore nelle fauci di una macchina per triturare i fascicoli, cioè il lavoro e le energie dei dipendenti giunti oramai per consunzione alla fine del ciclo utile.

Una riflessione dialogata sul male e su alcune sue manifestazioni nel mondo, svelando retroscena psicologici e fondando l'incontro tra le persone sulla necessità del rapporto intellettuale e sulla dialettica come mezzo di crescita, di felicità; ed oltre a ciò, una critica a certe prese di posizione istituzionali ed imprenditoriali sulle politiche del lavoro, con qualche soluzione per rendere possibile una maggiore equità.
Parallelamente a ciò, la poetica che contraddistingue l'opera si basa inoltre sulla celebrazione di un'estetica ristretta, di un riconoscimento della bellezza vantata da tutte quelle declinazioni dell'esistenza che, normalmente, vengono osservate con banalità ma che, proprio nella loro usualità, sono in grado di offrire perle di piacere e riflessione: un piatto cucinato con sapienza, un soprammobile rotto, un'ombra sulla parete, una riga di stropicciatura su un capo di vestiario, un frangente di dialogo con gli altri.

Giulio Marchesi arriverà, all'inizio della settimana successiva, con una mente più illuminata sulle dinamiche che hanno guidato la sua permanenza in quella struttura lavorativa, ma soprattutto che hanno manipolato con freddezza e distacco le sue vicissitudini di persona, mentendo attraverso le convenzioni della società e tramite l'ausilio del contratto. E la sua reazione, infine, non potrà che configurarsi come una ribellione; una rivolta senza violenza, ma afferrata a piene mani grazie alla disperazione di chi ha perduto tutto in uno scontro più che trentennale, nel quale lui ha dovuto subire l'offensiva più intensa. Perché un mondo che frana nell'animo di un uomo non fa rumore, ed i passanti con tutta probabilità non se ne accorgono; ma a modo suo, un'esistenza ha ceduto i fili delle proprie sicurezze, e sulla terra si accascia terribilmente come un fantoccio inanimato, che nel silenzio mostra i frutti della sua solitudine.

italyhastodie
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Immagini contenute nel volume


















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