
"Mentre
gli altri discorrevano e crocchiavano
fra i denti prelibatezze, si ritrasse dalla sedia lentamente,
aggirando alle spalle i commensali e portandosi fino alla finestra,
incuriosito. Sorvolando con lo sguardo sui tetti, si portò
affascinato e un po' spaventato fino all'acqua [...]. Assorto, non si accorse di come alle
spalle lo stesse raggiungendo il figlio più grande della coppia di
amici, un bambino della sua stessa età, il quale lo fece sobbalzare
quando gli pose la mano sulla spalla per richiamare su di sé
l'impegno dell'altro fanciullo; ed ora era lì, accanto al Marchesi,
con un'espressione da gatto in difesa, fermo ad osservare sodo, anche
lui, le cose là fuori. Poi, alzando un braccio, indicò al compagno
le strisce di tenebra che attraversavano sfasate le acque, e disse,
con un fare di esperienza e rassegnazione singolare per un ometto dei
suoi anni, alcune parole che fecero una strana impressione al nostro,
ma che all'epoca non capì bene; aveva l'abitudine di gettare sassi
ogni tanto in quelle fenditure, per gioco, ma a differenza che nelle
altre zone, essi si perdevano e non era possibile guardare, anche
nell'acqua bassa,
i tragitti discendenti delle pietruzze verso il
fondale ghiaioso.
Il buio, concluse con
candore, portava via le cose, e non le restituiva più."
(Michele Ottoveggio, Ad ogni nuova stagione, pag.92)
Personaggi principali
- Giulio Marchesi :
protagonista, impiegato d'ufficio presso un'azienda
- Anna Marchesi :
moglie del protagonista
- Raffaele Lelli :
collega del Marchesi
- Guido Mori :
archivista, altro collega del Marchesi
- Malacchi :
capoufficio del protagonista
Ambientazione
- La vicenda si svolge
in una città qualsiasi ed in un tempo non specificato. Comunque, i
tratti urbani sono riconoscibili in alcuni ambiti della città di
Bologna.
Credere
che in questo libro vengano narrati eventi dai quali attendersi
sorpresa e pathos
è un inganno dal quale ben guardarsi. Fra le pagine che seguiranno,
non ci si aspetti di trovare fatti con principio e fine ben
delineati, o avventure entusiasmanti, o meglio ancora combattimenti,
massime sagge ed universali, epiche bevute e crolli di imperi.
Eppure, nella sua
semplicità, un mondo intero va disgregandosi, perdendo stabilità
sulle deboli colonne che ne hanno sostenuto il peso durante gli anni.
Questo è un romanzo di
inganni, un tentativo di recepire la presenza di una strada diversa
in mezzo alle sterpaglie che una vita piatta e negativamente usuale
sa imporre sulle speranze dell'uomo. Un romanzo di bugie, dicevamo,
un racconto in cui la figura più innocua per antonomasia, quella
dell'impiegato, si lega piano piano ad una coscienza maggiore,
attraversando, nel silenzio e nello strepito muto di un grido senza
suoni, il collasso della propria ragione occupazionale ed emotiva,
nonché l'ipotesi di una riqualificazione più autonoma partendo
esattamente dalle macerie di quel suo cosmo ristretto e già di per
sé segretamente pernicioso.
L'argomento trattato nel
testo verte fondamentalmente su problematiche connesse all'etica del
lavoro ed alla libertà umana, lette però attraverso la lente
d'ingrandimento di una narrazione con tratti di analisi filosofica,
teologica e demonologica, in particolar modo dando ampio spazio al
rapporto tra la quotidianità delle piccole cose ed un male di vivere
i cui percorsi stentano ad essere compresi appieno, soprattutto
laddove le esigenze del male, altro tratto distintivo
dell'argomentazione, coinvolgono le prese di posizione dei vari
personaggi proiettandole in un'orizzonte alle volte indecifrabile,
alle volte troppo prevedibile.
Il protagonista, Giulio
Marchesi, e coloro che lo circondano, si confronteranno con i residui
di una vita vissuta all'insegna della dimenticanza di sé, del
compromesso, e proprio da questo processo si svilupperà una sorta di
presa di parte che verrà recepita in gradi differenti.
Durante un periodo di otto
giorni, coincidente con l'ultima settimana di lavoro del personaggio
principale prima del pensionamento (più un giorno culminante di
reazione e sintesi), crescerà in lui una sensibilità rinnovata,
abbandonata dopo la giovinezza, relativamente alla propria vita ed
alle sue peculiarità che, a causa di diverse scelte, vennero
accantonate e sostituite con una mediocrità impiegatizia. L'azienda
presso la quale il protagonista è occupato comincerà ad essere
percepita come un organismo vivo e vorace, nascosto dietro ai
paraventi di una rispettabilità e tutela giuridica, di una solidità
economica, costituita però da una neutralità morale che si riflette
anche sul piano estetico. Marchesi intuisce un cambiamento, come se
una forza esterna lo avesse voluto mettere a conoscenza di segreti
mostrando il volto autentico della negatività presente fra quelle
mura, estrapolandole dalla loro evanescenza e portandole ad un
livello più tangibile attraverso la manifestazione di forme ed
individui deformi, di influenze più o meno coatte, di rituali
distruttivi come la conservazione per lungo tempo di documenti con il
solo scopo apparente di perseverare nella loro distruzione.